
misure patrimoniali – actio in rem- sospetta provenienza illecita beni – condizioni
04 Agosto 2015 | Giurisprudenza Delle Corti Europee
Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, Causa GOGITIDZE c. GEORGIA, Sentenza del 12 maggio 2015
La CEDU affronta una questione di confisca sotto l’angolo del diritto alla proprietà privata. Il caso riguarda una misura che nel nostro ordinamento sarebbe qualificata come confisca di prevenzione, applicata sulla base di due presupposti: la mera pendenza di un processo penale a carico di un exministro, accusato di reati contro la PA ed estorsione; la sospetta provenienza illecita dei beni confiscati, in ragione della sproporzione tra il reddito dichiarato dai loro titolari – l’ex ministro ed alcuni suoi famigliari – e il valore dei beni stessi. La Corte europea considera legittima tale interferenza statale nel godimento della proprietà privata alla luce dei requisiti previsti dall’art. 1 Prot. 1 Cedu. La misura ablatoria in parola deve essere qualificata come “actio in rem” di natura civile, ossia come strumento di recupero di ricchezza illecitamente accumulata, finalizzato alla sua restituzione ai legittimi titolari (privati o enti pubblici). La confisca in esame ha una valida base legale, e può essere applicata anche per fatti commessi prima del 2004 (anno dell’entrata in vigore della legge che l’ha introdotta), in quanto rappresenta una sorta di disciplina attuativa, avente ad oggetto gli aspetti pecuniari di standard generali vigenti in materia di anti-corruzione. Nessun dubbio, prosegue quindi la Corte europea, circa la rispondenza della confisca in esame con i restanti requisiti dell’art. 1 Prot. 1 Cedu: ossia la “causa di pubblica utilità”, da individuarsi nel contrasto ai reati contro la PA ed alla restituzione dei beni di provenienza illecita; e la “proporzionalità”, che non viene scalfita dalla particolare severità della disciplina in esame (applicazione della confisca prima della condanna, inversione dell’onere della prova, estensione dell’esproprio ai famigliari dell’accusato) in ragione del preminente interesse al contrasto dei reati contro la PA, riconosciuto da tutti i rilevanti strumenti internazionali.