
le camere penali siciliane per la prima volta al fianco degli imprenditori travolti dalle misure di prevenzione
Ampia partecipazione a Castelbuono al convegno – assemblea organizzato dall’Osservatorio Misure di Prevenzione e dal Partito Radicale sui tre argomenti chiave al centro del dibattito sul sistema – antimafia: misure di prevenzione, interdittive e scioglimento dei Comuni per mafia. A prendere parte all’evento con oltre 30 relatori, molti professionisti, imprenditori, esponenti della politica e dell’associazionismo e, per la prima volta, molti rappresentanti delle Camere Penali Siciliane.
La conferenza è stato ospitata nell’Abbazia Santa Anastasia di proprietà della famiglia Lena che ne ha da poco ottenuto la restituzione a seguito di un lungo calvario giudiziario non ancora concluso. L’Abbazia, dopo il sequestro, era divenuta il centro di formazione dei nuovi amministratori giudiziari nella “gestione Saguto” della Sezione palermitana Misure di Prevenzione.
La giustizia ‘di prevenzione’ va ripensata. È questo l’assunto base delle relazioni che si sono alternate, spesso costruite sulle esperienze dirette, umane e giudiziarie, di imprenditori e difensori, ma anche sugli interrogativi degli accademici che studiano le “pene del sospetto” nell’intento di analizzare e arginare l’erosione dello Stato di diritto in esse fisiologica.
A colpire la platea, in modo particolare, le parole di Francesco Greco, figlio dell’imprenditore gelese Rocco, morto suicida poco più di un mese fa (GUARDA QUI). L’imprenditore aveva denunciato i suoi estorsori, ma era poi stato accusato dagli stessi di essere un loro sodale. I giudici avevano ribadito che egli era invece vittima della mafia e non socio in affari dei boss, ma non è bastata una sentenza di assoluzione per porre fine al suo calvario. “Mio padre – ha esordito Francesco – si è tolto la vita il ventisette febbraio scorso, qualche giorno dopo aver ricevuto il rigetto della domanda cautelare che abbiamo chiesto dinanzi al Tar di Palermo”, proseguendo poi con il racconto di tutta la vicenda giudiziaria e di riflesso economica che ha colpito l’azienda della sua famiglia.
L’evento, mandato in diretta su Radio Radicale, è stato moderato dall’attivista Sergio D’Elia. Riflessioni sul sistema di prevenzione sono state poste dagli accademici – i professori Angelo Mangione, Vincenzo Vitale e Antonio Matasso – i quali hanno evidenziato come esso non sia assistito dalle garanzie processuali proprie del sistema penale inerenti, in particolare, il contraddittorio e le prove, e come vi sia in atto un superamento del sistema penale classico del “doppio binario”. Queste riflessioni sono state accompagnate da proposte di modifica o abrogazione della disciplina. A grandi linee condivisa, in assenza di altra alternativa, anche la possibilità del ritorno alla Rognoni-La Torre pura, a dispetto di quanto sostenuto dai detrattori del movimento di opinione che si va formando intorno agli imprenditori finiti nei gangli del sistema di prevenzione, che vedono nell’attivismo di sottoposti e tecnici del diritto la volontà di minare le basi della normativa antimafia.
Di tenore tecnico le relazioni dei molti avvocati intervenuti: l’avv. Baldassare Lauria, fondatore dell’Osservatorio Misure di Prevenzione, l’avv. Carmelo Occhiuto, delegato Giunta Ucpi, l’avv. Salvino Pantuso, vicepresidente della Camera Penale di Palermo, l’avv. Vincenzo Pillitteri, componente dell’Osservatorio Corte di Cassazione Ucp, l’avv. Fabio Ferrara, Unione Camere Penali Italiane, l’avv. Turi Liotta, presidente della Camera Penale di Catania, l’avv. Giacomo Ventura, presidente della Camera Penale di Gela, l’avv. Rocco Chinnici, presidente della Camera Penale di Termini Imerese e ancora gli avvocati Pino Oddo, Paolo Paladino, Teresa Giarratana.
I temi più cari, l’esperienza professionale e umana, le difficoltà nella difesa, le contraddizioni della giurisprudenza, la tutela dei lavoratori dipendenti delle aziende sequestrate in un territorio ad alto tasso di disoccupazione e, infine, l’impegno dell’avvocatura per un’efficace mobilitazione a sostegno delle vittime che, per la prima volta, proviene dai rappresentanti delle Camere Penali siciliane.
Attenzione anche dal mondo dei commercialisti, con gli interventi di Alberto Scuderi, presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Marsala, Loredana Lesto, presidente del Sindacato Anc Palermo, Pasquale D’Alena, direttore generale Unionpmi. Per il mondo dell’associazionismo e dell’università, presenti Nuova realtà Giovanile con l’avv. Aldo Russo, l’associazione ProLege con l’avv. Nicola Glorioso, Enrico Colajanni di Libero Futuro. Ancora, hanno preso parte alla giornata Stefano De Luca, presidente del Partito Liberale, Pino Maniaci di Tele Jato, Magda Culotta, sindaco di Pollina.
Il prossimo appuntamento sarà a Roma, per una grande mobilitazione nazionale che ha l’obiettivo di sensibilizzare i parlamentari nazionali sui temi affrontati.Prima dell’intervento di conclusione dei lavori di Elisabetta Zamparutti, fondatrice di Nessuno Tocchi Caino, l’invito a non mollare degli imprenditori ormai simbolo della battaglia, Massimo Niceta e Pietro Cavallotti, delle cui storie il nostro giornale si è già occupato.
Qui il link per riascoltare gli interventi.